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buffon: le sue mani sullo scudetto




Dall’intervento in Georgia alle prodezze di Torino, sta riscrivendo la storia del ruolo. E’a 2 presenze da quota 100 in Nazionale.
E grazie all’ItalJuve può arrivare al Pallone d’Oro



TORINO. Diego sembra avere intrapreso un viaggio in direzione della storia ( bianconera). Felipe Melo
rappresenta un ottimo colpo di mercato. Fabio Cannava­ro
è come non fosse mai par­tito alla volta di Madrid. Ma se il gap con l’Inter l’avesse definitivamente colmato Gi­gi
Buffon? Il nuovo Gigi Buffon, intendiamo. Straor­dinariamente simile, anzi uguale, a quello di sempre, eccezion fatta per l’ultimo, tribolato, anno. Constatazio­ne urticante, quella relativa al recente passato, per chi ha una grandissima e giusti­ficata considerazione di se stesso, ma che ritroviamo proprio nelle dichiarazioni del diretto interessato: «Da tre mesi a questa parte pos­so allenarmi regolarmente e i risultati si vedono. D’al­tronde per non essere criti­cato devo fare cose straor­diarie, le parate normali non bastano».
SALTO IN AVANTI Si vedo­no eccome i risultati, perché la parata di mercoledì scor­so contro la Georgia è stata unanimente giudicata tra le più belle di sempre e non li­mitatamente alla Buffon­parade. Eppure al portiero­ne bianconero sono bastati quattro giorni per superar­si, perché la respinta sulla deviazione di Stilian Petrov rappresenta il classico - e decisamente raro - esempio di parata “impossibile”. Per la normale genìa dei portie­ri almeno, ma Buffon al 100% del suo potenziale rap­presenta nel calcio quello che Bob Beamon fu per il salto in lungo, un salto (scu­sate la ripetizione) in avan­ti di un ventennio sui rivali dal punto di vista tecnico­atletico. Gianluca Pagliuca
ha una spiegazione per un gesto che apparentemente risulta incomprensibile: «Buffon anticipa la parata. Non è che sia potentissimo di gambe, da questo punto di vista Julio Cesar gli è supe­riore. Il brasiliano è più ela­stico. Però Gigi sembra sa­pere dove finirà il pallone, ha un istinto unico » . L’ex guardiano della porta azzur­ra a Usa ‘94 stila la sua per­sonale classifica dei portieri contemporanei: « Gigi è in vetta con Julio Cesar, nei pressi c’è Iker Casillas, tut­ti gli altri sono abbondante­mente dietro».

I NUMERI 1 Tesi che ritro­viamo nel giudizio di Dino
Zoff: «Buffon è un grandissi­mo portiere, il vero numero 1. E lo è da molti anni. Do­vendo citare il suo punto di forza mi viene immediata­mente da dire la persona­lità. Però il concetto rischia di essere limitativo, in fondo come capitava a me. Tutti mi consideravano essenzia­le, ma la verità è che cerca­vo di rendere le cose sempli­ci pur avendo altre doti. In realtà Buffon è la somma di tante qualità » . Anche Zoff ha visto i due interventi del suo miglior erede e li giudi­ca così: «Le parate fuori dal­l’ordinario sono quelle deter­minanti. Infatti del sotto­scritto si ricorda quella sul colpo di testa di Oscar, nella sfida con il Brasile a Spagna ‘82, ma posso assicurare che mi è capitato di farne di mi­gliori ».
DUE SCUOLE « Davvero non mi sorprendono le para­te di Buffon » . E qui siamo passati a Francesco Toldo,
colui che cedette il testimo­ne azzurro allo juventino: « Parliamo di uno che a 17 anni aveva i numeri del pre­destinato e che nel corso di una carriera ormai lunga ha sempre mantenuto il suo, ec­cezionale, livello». C’è chi lo scorso anno ha parlato di cambio al vertice a tutto vantaggio di Julio Cesar e oggi magari si ricrederà. Tol­do ovviamente svicola: «Non mi sembra corretto dare giu­dizi. Quello che posso dire è che i due non potrebbero es­sere più diversi dal punto di vista tecnico. Buffon è il mi­glior esempio della classica scuola europea, mentre Ju­lio Cesar si muove proprio da brasiliano. Le due parate di quest’ultima settimana comunque sono state davve­ro notevoli. Io il meglio da questo punto di vista lo die­di contro l’Olanda all’Euro­peo 2000, una partita irripe­tibile. Gigi sembra progredi­re ancora».

IL MIGLIORE Progredire verso cosa? Verso lo scudet­to naturalmente, o magari verso quella Champions che sembra intrigare maggior­mente Buffon. E poi c’è un Mondiale da difendere. E poi... E poi c’è anche quel traguardo sfumato tre anni fa e che nel suo intimo Buffon ancora insegue, il Pallone d’Oro. Soltanto Lev
Jascin, tra i portieri, è riu­scito ad alzare Il trofeo che simboleggia la grandezza calcistica. Ma siamo proprio sicuri che in una graduato­ria “all time” il russo si piaz­zerebbe davanti all’azzurro? Un interrogativo rassicu­rante, per certi versi.Di sicu­ro lo è per chi tifa biancone­ro. Il vero Buffon è tornato.