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juve, dilemi di attacco






Ferrara deve valutare se concedere un turno di riposo all’azzurro, reduce dal tour de force in Nazionale



TORINO. All’insegna del­la monotonia, se vogliamo: che sia a Torino oppure a Roma, fatto sta che la Ju­ventus sembra non volersi proprio staccare da uno stadio Olimpico ( contro Chievo in casa, poi contro la Roma e ora contro la Lazio). Ma il punto - fon­damentale - è che Ciro
Ferrara, per quanto napo­letano verace, non è sulla scaramanzia, sulla cabala o sulla calma “ olimpica”, a quanto pare iper- propizia, che vuole costruire i suoi successi. Vuole costruirli, semmai, come ha dimo­strato sino ad ora, stimo­lando il gruppo, motivan­dolo, preparandolo a dove­re dal punto di vista tec­nico. Un po’ per annienta­re l’avversario con mecca­nismi oliati, un po’ per disorientarlo con variazio­ni e stratagemmi mirati a non dare punti di riferi­mento. Cogliendo l’occa­sione pure - ovviamente ­per gettare nella mischia chi gli sembri sufficiente­mente pronto a fornire un valore aggiunto al gruppo. Abituato com’è a tenere tutti sulla corda sino al­l’ultimo minuto, poi, il Ci­ro bianconero, non avrà problemi di sorta ad ana­lizzare ogni minimo detta­glio ( dalle condizioni di rientro dei nazionali, alla voglia di rivalsa di chi è stato fuori) al fine di dise­gnare una Juve in grado di sfruttare al massimo le potenzialità del momento.

SCELTE Questione di scelta. Questione di imba­razzo, della scelta. Scelta ­qualunque essa sia - che Ferrara ha ben puntualiz­zato di effettuare sfrut­tando « il cervello, non il cuore » . Precisazione fatta due domenica fa, all’Olim­pico capitolino, nel dopo­partita, per giustificare l’esclusione di Del Piero e
Trezeguet ( rimasti in panchina tutto il match). E precisazione che tor­nerà utile - pari pari - an­che sabato sera, sempre nella sala stampa roma­na, per motivare la scelta dei due titolari d’attacco, qualunque essi siano. Il punto di partenza ( fermo, irremovibile, indiscutibi-l­e), sarà il “ rombante” 4- 3­1- 2 con cui il tecnico schie­rerà la squadra. Finora ha dato esisti troppo positivi per pensare di derogarvi. Fermo restando il copione di base, dunque, si trat­terà di selezionare gli in­terpreti. Prevalentemen­te, gli interpreti degli schemi d’attacco.

LE CERTEZZE Il postula­to di base è che - salvo im­previsti o insospettabili voglie di colpi di scena -
Diego Ribas da Cunha e
Amauri saranno, intonsi, là dove li abbiamo lasciati prima della sosta di cam­pionato. Cioè, l’uno vertice alto del rombo di centro­campo ( intento, possibil­mente, a recuperare pallo­ni, a fare sgroppate, ad in­saccare con tocchi di fino. Chiedere a Spalletti per credere). L’altro a sgomi­tare in mezzo all’area, ad aprirsi in fascia, a colpire a rete ( magari, questa vol­ta, con un pizzico di fortu­na in più: perché quel pa­lo con la Roma, il bomber, non l’ha ancora digerito).

PIU’ MOBILITA’ Fin qui le certezze. Ma siccome nella vita non si vive di sole certezze, ecco un tri­plo ballottaggio carpiato ­o quantomeno spinoso ­che Ferrara deve sbroglia­re ( e dovrà farlo, inevita­bilmente, da qui a fine campionato). I tre candi­dati alle primarie per il ruolo di “ spalla di Amau­ri” sono - manco a dirlo ­Alessandro Del Piero, Da­vid Trezeguet e Vincenzo Iaquinta. Quest’ultimo, per caratteristiche, rap­presenta il tipo di giocato­re ideale per il 4- 3- 1- 2 fer­rariano. Perché “ vede la porta”, ma ha grinta, vo­glia e polmoni tali da po­tersi permettere di allar­garsi spesso e volentieri, favorendo così gli inseri­menti di Diego ( pronto a diventare un attaccante aggiunto, col vantaggio di non dare punti di riferi­mento alla difesa avversa­ria). Iaquinta è tuttavia reduce da un massiccio ­quanto fruttifero: ieri gol alla Bulgaria - tour de for­ce fatto di sfide in campio­nato e in Nazionale, in maniera praticamente ininterrotta. Se c’è uno che potrebbe aver bisogno di riposare, tantopiù in vi­sta della Champions, que­sto è lui.
PIU’ TECNICA Del Piero e Trezeguet, dunque, scal­pitano. Il capitano lo ha detto a più riprese, con co­stanza equiparabile solo a quella che ha messo negli allenamenti settimanali. « Sono carico, contro la La­zio spero di esserci » . E pu­re il fastidio rimediato al­la coscia ( conseguenza di un dolore alla schiena) do­vrebbe essere di entità ta­le da non impedirne l’uti­lizzo in campo, sabato. Ov­viamente con lui in avan­ti, le caratteristiche della Juventus varierebbero leggermente: meno mobi­lità, più tasso tecnico. Ma le prove di Di- Ama- De ef­fettuate in questi giorni ( all’insegna dello spetta­colo, del divertimento, del­la ricerca della giocata di fino) inducono a ben spe­rare.