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del piero guarda iaquinta vola
del Piero, guarda: Iaquinta vola
Il capitano lavora per il debutto. Ma Vincenzo pare indispensabile
D’ACCORDO: magari non sarà glamour, difficilmente sa eccitare con colpi a effetto, non è uno di quelli che si lamentano o regalano frasi epocali. Ma, porca miseria, Vincenzo
Iaquinta è uno che si fa sentire eccome, quando pesta l’erba sul campo da pallone. Mercoledì sera, nella notte azzurra di Torino,“Iaqui” sembrava indemoniato: corse, spallate, sponde con Gilardino, “piattoni” improponibili ma anche, finalmente, la rete che ha liberato l’Italia dalla sindrome del “gol mancante”. E lui, che non è glamour eccetera eccetera, diventa sempre più indispensabile e insostituibile: nella Nazionale, ma anche nella Juventus.
IL DÉJÀ VU Il gol contro la Bulgaria ha regalato una sensazione di déjà vu, di già visto, a parecchi “osservanti”. Prima qualcosa di vago poi, pian piano, un’immagine sempre più definita e in grado di risvegliare ricordi molto piacevoli: il gol segnato da un altro bianconero, Alessandro
Del Piero, in Nazionale. Massì: quello contro la Germania nella semifinale che aprì le porte del trionfo berlinese: anche allora il tocco (di tacco, splendido) di Gilardino e poi il destro “liftato” di Alex sotto la traversa. Molto, molto simile a quello che è successo mercoledì sera... Come? Sì, sì: il tocco di Iaquinta magari è stato un po’ meno morbido, però altrettanto efficace. Se poi riflettete che la zampata di Iaquinta ha raddoppiato un gol di
Grosso, proprio come successe in quella notte di Stoccarda, allora il senso della sovrapposizione è davvero completo.
SOVRAPPOSIZIONEEccolo,
dunque, il senso ultimo che ha regalato la notte azzurra di Torino: la compiuta sovrapposizione tra Iaquinta e Del Piero. Nell’Italia ma, e forse perfino di più, nella Juventus. Essì, perché mentre Alex continua a lottare per raggiungere il 1000% della condizione e ancora non ha messo assieme un minuto in campionato, Iaquinta scoppia di salute ed è la garanzia migliore per Ferrara.
Che, tra l’altro, mercoledì sera se l’è goduto dalla tribuna dell’Olimpico accanto all’altra metà della coppia bianconera: Amauri. Il brasiliano, che condivide in ritiro la stanza proprio con Iaquinta, è stato tra coloro che più hanno esultato al gol del compagno: «Lui, per me, non sarà mai un rivale». Complimenti a cui l’attaccante azzurro ha risposto con altrettanto miele: «Con “Amo” c’è un gran bel feeling: siamo compagni di camera e ci intendiamo bene anche in campo. Se verrà in azzurro sarò il primo a essere felice». Nulla di speciale, ma già moltissimo per uno come Iaquinta che, credete, non è mai stato uno stakanovista delle parole: «A me non piace parlare tanto, mi piaceciono di più i fatti, e lo sto dimostrando. Sono contento di questo. Adesso ho 30 anni, sono nel pieno della maturazione e, credo, sto facendo vedere le mie qualità. Lippi mi ha dato sempre fiducia anche nei momenti in cui non giocavo nella Juventus. Mi ha convocato per i Mondiali, quando giocavo nell’Udinese. Gli devo tanto: ha sempre creduto in me». Al punto da preferirlo a un “mostro sacro” come Del Piero. Argomento, quello che riguarda Alex, su cui Iaquinta non ha reticenze: «Del Piero è un grandissimo campione, l’ho sempre detto. A una prossima chiamata azzurra ci deve credere, per forza. Cosa gli ha detto Lippi? A dire la verità, io sono andato a salutare i compagni quando eravamo a Vinovo con la Nazionale, tra cui anche Del Piero, ma non so di cosa abbiano parlato». Già, lui è parte in causa e si “limita” a pestare l’erba in campo. La sovrapposizione gli viene così, naturale, frutto di una condizione fisica strepitosa e di una voglia infinita. E senza mettere inutili parole in mezzo.
Senso del gol e condizione
Vincenzo Iaquinta, 29 anni, ha giocato due gare di campionato e ha segnato la rete decisiva contro il Chievo all’esordio. In gol anche con la Nazionale. E’ in un grande momento di forma
Una coscia lo ha tradito
Alessandro Del Piero, 34 anni, è ancora in attesa di debuttare in campionato. E’ reduce da un problema muscolare alla coscia che lo